Della dimensione transtemporale
ovvero
le attese

Martedì 10 Maggio 2011

h 10.37

h 10.40
Ancora in # di una formula retorica che si adatti allo scopo di un saggio costruito sul presupposto di una confessione riparatrice

h 10.43
Esercito una lieve pressione sulla mia volontà e mi accingo a descrivere qualunque parola valga a interrompere il silenzio che si profila nel caso specifico come assoluta immobilità fisica e intellettiva.
Descrivere: il “de” quale particella privativa: sottrarre alla scrittura, velare la rivelazione  e nascondere la reale comprensione del senso della parola #.

h 10.47
Opponendo una forza contraria a quella ineluttabile che mi imbriglia nella contemplazione estatica di un vuoto percepito con coscienza, desiderato e illusorio, teso a una finalità migliorativa rispetto alla condizione presente penso solo una frase che ha, al di là delle implicazioni percepite appena, il suono di una convenzione o di una pressione esercitata sulla reale natura del pensiero razionale:
qualcosa deve accadere, forse una rivelazione.

h 10.54
oscillo tra una pulsione al sacrificio e una non meglio definibile che come trascendenza.
La tesi trascendentale, nel senso latino di “salire al di là, si profila quale π, presente nella mia memoria come dato acquisito per convenzione,  numerale non numerabile, in effetti incomprensibile nella sua natura.
Così trascendo e attendo una cosa che non si rivela ma immagino essere un desiderio, incomprensibile e astratto come la fiducia nel fatto che io sia in grado di nutrire desideri e riconoscerne l’attuazione.
Delineo confusamente una serie di tracce, potrebbe essere un disegno, ovvero la sua genesi nell’atto stesso del disegnare, di tracciare linee che attingono alla memoria più che alla esperienza, alla percezione empatica più che alla ragione.
Solo alla fine del processo posso riconoscere il senso dei segni tracciati.

 

Martedì 27 settembre 2011

h 12.54
abbandonata totalmente la tesi della trascendenza tramite l’annullamento della memoria nella acquisita coscienza di una opzione anticonvenzionale.
Si profila una scelta razionale dedita al sacrificio.
Scegliere di sacrificare la scelta quale soluzione attuativa.

H 13.00
Coerente nell’annullamento di ogni pensiero che non sia riferibile alla scelta di non identificare in alcun modo una volontà.

H 13.03
nel riconoscimento di un atteggiamento intrinsecamente familiare attuo uno sconvolgimento atto alla rinuncia della familiarità stessa con una attitudine naturale.